Grosseto, l'immobile della Banca d'Italia è stato venduto e diventerà clinica e istituto di ricerca
L’immobile della Banca d’Italia in via Matteotti a Grosseto è stato venduto. Diventerà una clinica e un istituto di ricerca per curare le malattie oculari. Ad aggiudicarsi l’enorme stabile da 4mila metri quadrati in centro, chiuso da anni e che Banca d’Italia aveva messo a bando lo scorso giugno nel suo piano di alienazioni, è stato l’ambulatorio Santa Lucia clinica degli occhi Sarnicola di Grosseto di cui è direttore sanitario il professor Vincenzo Sarnicola, oculista e luminare di fama internazionale, pioniere dei trapianti di cornea lamellari con studio in via Mazzini.
Si colma il vuoto in centro
L’assegnazione del bene è stata formalizzata in queste ore, in seguito a delibera del 21 novembre scorso. Verrà così a colmarsi in pieno centro cittadino un gigantesco “vuoto urbano” che da tempo vedeva il compendio immobiliare, ex filiale della Banca d’Italia, inattivo e svuotato delle sue funzioni, con i cancelli di via Matteotti 35/37 (e via Ronchi sul retro) chiusi da tempo. Era stato costruito nel 1973 da Banca d’Italia su progetto degli architetti Carlo Cocchia e Marcello De Caetani. Adesso per il bene si profila un futuro tutto da scrivere grazie al bando di Banca d’Italia, che la scorsa estate cercava acquirenti per disfarsi di questo e altri immobili «non più adibiti a uso istituzionale».
Quattro concorrenti
All’avviso hanno partecipato quattro soggetti, il prezzo a base d’asta è stato di 1 milione e 150.000 euro; a spuntarla è stata la clinica Santa Lucia il cui direttore – il professor Sarnicola, raggiunto telefonicamente dal Tirreno – conferma pur in maniera assai lapidaria l’assegnazione. «Il 21 novembre la Banca d’Italia ha assegnato il bene al nostro ambulatorio Santa Lucia clinica degli occhi Sarnicola», dice. La comunicazione ufficiale gli è arrivata appena due giorni fa. Da qui in poi è tutto in progress. Il prof Sarnicola non è mai stato attore di grandi annunci, ma ha sempre comunicato a obiettivi raggiunti. Nel 2001, quando effettuò il primo trapianto di cellule staminali tra viventi, il tutto si seppe a trapianto effettuato.
La sperimentazione
Per l’immobile di via Matteotti progetti e strutturazione sono in divenire anche se i dettagli sono pochi. Sappiamo che il centro del prof Sarnicola è stato scelto per la coordinazione della sperimentazione della terza fase del trapianto di cellule endoteliali coltivate in Europa; la sperimentazione stava per partire alcune settimane prima dell’arrivo del Covid, che invece ne determinò un inaspettato stop. Quel che è certo è che si tratta di un investimento importante: circa 580 milioni di dollari secondo le direttive della food and drug Americana.
Il centro di ricerca
In via Matteotti «nascerà – spiega il professore – un centro di ricerca clinica delle malattie oculari». Ci sarà un comitato internazionale composto da superesperti, che stabilirà linee di comportamento scientifico e obiettivi da raggiungere di concerto con l’attività clinica. La clinica si amplierà notevolmente ma soprattutto si estenderà alla ricerca ed è questa – per la città – la vera e importante novità di un progetto che sarà sedimentato da un comitato di scienziati internazionali.
Olga, l’oculista ucraina
Intanto nell’équipe del medico – altra notizia importante – è appena entrata una nuova oculista. Si chiama Olga Sagatovic. È ucraina ed è giunta in Italia con la figlia infermiera e due nipotini, fuggendo dal conflitto nel suo Paese, accolta a braccia aperte nello staff grossetano perché, ha detto il professore agli amici, «nella vita la cosa più importante è sapere accogliere e aiutare chi ha bisogno». La dottoressa era primaria di oculistica in una cittadina vicino a Odessa.
Particolare attenzione sarà dedicata alla formazione di colleghi italiani e internazionali, che da tempo vengono a Grosseto per imparare le tecniche di trapianto lamellare. Il tutto sempre in convenzione con l’Asl sud est; un rapporto pubblico/privato in piedi da tempo, peraltro con altissimo livello di soddisfazione dell’utenza. Utenza che arriva dall’Italia ma anche dall’estero.
Pioniere dei trapianti
Il nome di Sarnicola è conosciuto a livello mondiale come pioniere del trapianto di cornea lamellare anteriore o “Dalk”. Così è stato riconosciuto anche a un importante convegno a Grosseto dal collega Eduard Holland della Cincinnati University che riferiva: «mentre tutto il mondo faceva trapianti a tutto spessore, c’era un dottore di Grosseto che ci diceva che stavamo sbagliando , che il trapianto doveva interessare solo il foglietto corneale malato e dovevamo fare trapianti lamellari. Oggi, 20 anni dopo, tutto il mondo gli riconosce questo merito».
Nei trapianti lamellari non viene impiantata la cornea a tutto spessore ma sono sostituiti solo gli strati corneali effettivamente compromessi, preservando quelli funzionalmente non danneggiati. I risultati di questa tecnica, di cui l’Italia è un’eccellenza mondiale grazie al medico maremmano, garantiscono un successo nel 99% dei pazienti. Negli ultimi anni le tecniche lamellari anteriori hanno trovato una nuova e importante indicazione nelle infezioni corneali severe e attive, con lo scopo di “eradicare” chirurgicamente l’infezione. Se l’intervento viene eseguito in tempo nei casi in cui l’infezione di grado più severo è resistente ai farmaci, il trapianto è risolutivo. Tra i casi recenti più noti alle cronache, quello dell’aprile 2023 in cui il medico ha ricostruito a un paziente torinese un occhio vedente da due occhi non vedenti. A fine settembre il professore operava anche il trapianto all’atleta olimpica Alice Sotero, colpita da una cheratite causata dall’Acanthamoeba. Nei prossimi mesi la “super clinica” verrà ampliata notevolmente per proseguire nel solco di questa metodica.